I consigli del Liutaio

Eccoci qui ad un nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alla liuteria. In questo numero tratteremo un argomento di sicuro interesse, fondamentale non solo da un punto di vista liueristico, ma anche per chi voglia trovare un assetto ideale per il proprio strumento: la tastiera ed i capotasti.

La Tastiera

Il legno più adatto per la tastiera è l'ebano a foro fine, preferibilmente, per motivi estetici, completamente nero. C'è una tipologia di palissandro proveniente dal sud america molto scuro a foro fine, che, dal punto di vista acustico, è preferibile all'ebano, ma purtroppo è molto difficilee da reperire.
La lunghezza varia e va adattata alla misura della corda vibrante, in modo da avere il Re armonico della terza ottava in corrispondenza della fine della tastiera; quest'accorgimento è utilissimo per impostare la posizione del Sol armonico al capotasto. Per stabilire esattamente la lunghezza della tastiera è necessario utilizzare la seguente formula matematica:

LUNGHEZZA DELLA CORDA VIBRANTE x 0,828
(Es. diapason 109 x 0,828 = tastiera 90,02 cm.)

La giusta "bombatura" è calcolata spingendo la corda all'estremità della tastiera contro la superficie: in corrispondenza dell'intervallo di quinta (punto massimo di vibrazione) dovremmo avere 1,5 mm. nella prima corda, fino a 2 mm. per la quarta. Importante notare che, nel calibrare la curvatura, bisogna tenere conto del punto massimo di vibrazione della corda, esattamente in IV posizione. Il giro d'arco ideale per la montatura classica - fig.2 - è un pò più arcuato che nel jazz - fig.3 -. La tastiera deve essere, comunque, perfettamente calibrata, in modo da non avere in nessun punto cunette od avvallamenti; in particolare personalmente uso applicare un leggero appiattimento in corrispondenza di tutta la lunghezza delle corde, in modo che, sottoposte alla pressione delle dita, non scivolino nè a destra, nè a sinistra. All'altezza della Mezza e I posizione, le zone più utilizzate, è bene fare anche qui un piccolo appiattimento, per avere un maggiore controllo.

Il Capotasto Superiore

Il legno più adatto è l'ebano, ma si possono usare anche altre essenze dure, come, ad esempio, il bosso od il palissandro. La distanza tra le corde dovra essere di 10 mm. a partire dal centro, oppure 9,5 mm. tra Sol e Re, 10 mm. tra Re e La e 10,5 mm. tra La e Mi. L'altezza della tastiera al capotasto è 0,5 mm. per la prima e seconda corda, 1 mm. per le altre, in riferimento a delle corde di metallo. I solchi dove poggiano le corde vanno differenziati a seconda del diametro della singola corda. Per l'incollatura sarà sufficiente qualche goccia di colla di coniglio, che permette, nel caso, una agevole rimozione. Anche il profilo è importante perchè dovrà accompagnare, nella curvatura, il collegameento alle meccaniche dello strumento.

Il Capotasto Inferiore

Di fondamentale importanza che venga costruito in modo che si evitino spiacevoli rotture nella tavola armonica; perciò nella parte interna ci sarà un prolungamento che farà si che gran parte della pressione esercitata dal cordino venga scaricata nel tappo interno. Inoltre, onde evitare ulteriori sgradvoli spaccature, frequenti negli strumenti antichi, personnalmente lascio 1mm da entrambi lati

Il Capotasto Mobile

L'applicazione del capotasto mobile è auspicabile quando la tavola armonica è sovraccarica: in questo modo la si alleggerisce dalla pressione delle corde e lo strumento suona più libero. In media la pressione di un set di corde è di circa 80 kg., ma, grazie all'inserimento del capotasto mobile, il carico risulta inferiore di circa 2 kg. Si è rivelato molto utile negli strumenti con molte spaccature nella tavola armonica, e dove esisteva un'angolatura troppo accentuata , oppure là dove la tavola è poco bombata e, comunque, solamente nei casi in cui il peso esercitato risulta veramente eccessivo.

Sergio Scaramelli

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01/12/06 2:02:35 pm da Vito Liuzzi

Forse sono stato uno dei primi a sperimentare il capotasto mobile del maestro Scaramelli direttamente sul mio vecchio Romeo Orsi del 1890, montato fra l' altro con un ponticello regolabile e viti in alluminio. La dicitura anglosassone parla di "raise saddle" ma, durante le mie piacevoli discussioni sulla celebre e storica Mail List mondiale "2xbasslist", sono venute fuori altre diciture che, personalmente, mi hanno poco convinto e che ritengo inutile riportare in tale contesto. Se volessimo trovare in Italiano una dicitura più consona all' azione e benefici che questo strano aggeggio comporta sul contrabbasso, si potrebbe parlare di un "attenuatore di pressione" o di "smorzatore di pressione", o sinonimi vari. Un dato che mi sembra importante riportare è che il capotasto mobile può tranquillamente essere montato su contrabbassi settati per il genere Classico o per il Jazz, senza necessariamente l' ausilio di un liutaio, visto che questo prodotto viene fornito con un' ottimo filo in acciaio da sostituire al vecchio, ed un sistema di viti di facilissima applicazione. In caso contrario, basta osservare la foto ed un qualsiasi liutaio sarà in grado di applicarlo correttamente, senza che ciò comporti alcun tipo di danno potenziale o futuro per lo strumento, menchemeno graffiature o tagli di qualsiasi genere. Personalmente, lo faccio montare (anzi ormai lo monto personalmente ai miei allievi in Conservatorio vista l' esperienza acquisita) su tutti gli strumenti che mi passano sotto mano, specialmente sui contrabbassi di fabbrica che ne traggono notevoli vantaggi. Ma ho notato che anche su strumenti di liuteria antica o moderna, il capotasto mobile può fornire eccellenti risultati, considerazioni che ho potuto riscontrare anche parlando con amici e colleghi Americani e Canadesi in special modo. Aggiungo che la diffidenza verso questo "prodotto" è notevole da parte dei "puristi" o "sapientologi". Tuttavia il dato più evidente e che immediatamente si può riscontrare dopo aver montato un "raise saddle" (od attenuatore di pressione), sta nel fatto che il contrabbasso ha subito un suono più aperto e più ricco di frequenze armoniche; sicuramente la potenza sonora ne beneficia (sicuramente il vantaggio più immediato è proprio questo: lo strumento suona più "forte", come si dice in gergo!). Talvolta, dai miei studi e ricerche condotte nel tempo, alcuni contrabbassisti mi hanno anche confermato che alcune "note del lupo" scomparivano dopo aver montato il capotasto mobile. Tuttavia la spiegazione tecnico-scientifica di tale avvenimento non sono in grado di fornirla correttamente. Mentre risulta più immediata la circostanza secondo la quale un attenuatore di pressione alleggerendo quest' utlima anche di soli Kg.2 sul piano armonico, permette allo stesso di avere maggiore libertà in fatto di vibrazioni. Da qui i vantaggi che sono stati enunciati in precedenza. Ovviamente, le mie prove empiriche consistevano nell' immediato nel togliere il CM e sentire come suonava il contrabbasso, anche registrandolo con due microfoni di qualità, per poi montarlo col CM e cercare di percepire le differenze che, solitamente, sono così evidenti che necessitano dell' intervento del solo orecchio umano. Detto in poche parole esemplificative del fenomeno, il contrabbasso con un CM montato acquista più potenza sonora in fatto di decibel, senza mutare la qualità timbrica dello strumento che forse vibrerà meglio. Questa la mia personale esperienza.