Chi è il contrabbassista?
Imponente figura che sorregge il più grosso degli strumenti della famiglia delle viole, là, in fondo, sul lato destro dell’orchestra, o mastodontica immagine tra batteria e piano che copre le spalle al solista? Oppure, ancora, gran virtuoso che si impone all’attenzione per quel suono tra il grave e percussivo, o motore propulsore funzionalmente essenziale che associa ritmo ad armonia? Il contrabbasso. Tutto questo ed oltre.
Che cosa accomuna le citazioni di cui a lato? Essenzialmente un concetto: che il contrabbassista suona all’interno di un organico, orchestra o combo jazz che sia, nel quale svolge principalmente il ruolo d’accompagnatore.
Il contrabbasso, erede del violone, nasce essenzialmente come strumento di raddoppio del basso eseguito dal cembalo o dall’organo, ma ben presto, a motivo delle particolarità acustiche e delle risorse tecniche, conquista una nuova identità orchestrale, prima con funzionalità d’accompagnamento, poi con sporadici, ma molto significativi, episodi solisti; con l’avvento del jazz acquisisce inoltre nuova vitalità, nuove peculiarità ritmico-armoniche e nuovi spazi virtuosistici. Una storia gloriosa che percorre almeno tre secoli di musica e musicisti, grandi compositori e grandi virtuosi, che, nonostante l’avvento della strumentazione elettronica ed elettrica, non smette di esercitare il suo ruolo ed il suo fascino; ma anche un’epopea di perfetti sconosciuti che, umili nella loro grandezza, hanno svolto l’essenziale funzione di accompagnare i più famosi altri strumenti, dando vita a quella base armonico-ritmica, sostegno necessario alle escursioni virtuosistiche più azzardate.
Del contrabbasso e del suo esecutore poco si sa, in genere: lo si guarda, si osserva con rispetto e fascinazione, per sporadici istanti, ma niente più! Perché? Ecco che subito entrano in scena il violino od il sax, o forse la chitarra...ed è allora che quel momento magico, quel suono che fa vibrare le viscere, si spegne, e ritorna là da dove è venuto, solo, sul fondo di questo sensazionale quadretto!!!
Ma chi è il contrabbassista? Di che cosa necessita? Quale qualità ne esaltano l’abilità? Precisione, certo. Perizia tecnica, anche. Non basta. Essere contrabbassista comporta di per se, un approccio intelligente, ragionato, coscienzioso; un’analisi interpretativa che va al di là del semplice “suonare bene ed a tempo”, perché se è vero che ai vari strumenti protagonisti è concesso un approccio esecutivo libero, per il nostro diventa fondamentale sapere che cosa si sta facendo, dove si sta andando e quale risultato ne consegue! Acquisire ed approfondire una coscienza musicale e musicologica che permetta un’abilità di adattamento ed una capacità interpretativa fuori dal comune, aperta anche a personalizzazioni, che siano comunque inerenti al contesto in cui si inseriscono, in modo tale da stabilire una continuità con il repertorio. Una coscienza che si ottiene, in genere, dopo anni ed anni di esperienza, di consigli, di prove e di errori; una coscienza che, a motivo dei ritmi frenetici della società moderna e di una globalizzazione commercializzata del sapere, si corre il rischio di perdere, lasciando posto a banalizzazioni del linguaggio ed a formule semioticamente irriverenti del processo compositivo ed esecutivo.
Ecco allora che si è reso necessario creare una rivista online di settore, che non si ponga, però, come mera ancora ripropositiva di vecchie formule scolastiche, ma che da queste parta per più ampie analisi e riflessioni critiche, revisioni storiche e musicologiche, un luogo dove attuare nuove modalità pedagogiche e didattiche, ricontestualizzate nella realtà contemporanea, un meeting-point per musicisti che intendano esprimere le proprie idee al fine di accrescere la collettiva riflessione strumentale e linguistica, ponendo le basi per una nuova consapevolezza interpretativa, portavoce di un modo nuovo di intendere lo strumento. E’ partendo da queste prerogative che ci auguriamo che alla realizzazione di questo progetto concorrano tutti coloro, contrabbassisti e non, che intendano approfondire dell’arte musicale l’aspetto qualitativo, che abbiano idee innovative ed importanti, che credano che la musica di per sé non sia un mero intrattenimento socialmente utile, ma che sia una realtà viva e compartecipe della vita sociale dei popoli.

Riccardo Valsecchi