Nuovi Orizzonti

Proseguono su questo numero gli interventi curati da Davide Botto (1° Contrabbasso al Teatro Regio di Torino e docente presso il Conservatorio della stessa città). Davide era di fatto un po’ restio a pubblicare i suoi appunti, proprio perché soltanto degli “appunti”, da lui usati abitualmente come una sorta di promemoria per i suoi allievi (ai tempi della loro stesura Davide era ancora insegnante presso il Conservatorio di Novara) e che hanno lo scopo di “rinfrescare” il ricordo della lezione effettuata in aula durante quello che è poi lo studio quotidiano “casalingo” dei suoi allievi. E’ quasi superfluo sottolineare che il modo migliore per capire fino in fondo il significato di questi appunti sarebbe quello di vederseli speigati direttamente da chi li ha concepiti, (ed a questo proposito nutro speranze di riuscire ad evere spiegazioni dimostrazioni su supporto video) ma li ritengo comunque un ottimo strumento di lavoro per la grande capacità di sintesi dimostrata da Davide Botto nella loro complilazione, una sorta di concentrato di quelle che sono le basi del suo approccio al contrabbasso.
La raccolta completa degli appunti prevede esercizi giornalieri per la mano sinistra, esercizi sugli spostamenti, diteggiature di frammenti di scale, studio del vibrato, selezione di alcuni esercizi presi dal libro di tecnica di Petracchi.
Buona visione e buono studio!

Alberto Bocini

APPUNTI PER LO STUDIO DEL CONTRABBASSO


I.Indicazioni Generali


La posizione del contrabbasso

Tenere il contrabbasso appoggiato alla parte sinistra dell’inguine, al fine di non immobilizzare il tronco ed inibire la spinta che proviene dai muscoli dorsali e dalla spalla. Scaricare il peso del proprio corpo su entrambe le gambe, che devono essere aperte all’incirca quanto la larghezza del bacino, con i piedi leggermente divaricati e le ginocchia non retroflesse. L’angolo del fondo dello strumento rispetto al piano costituito dall’addome dell’esecutore deve essere di circa 45 gradi.
Il puntale deve essere all’incirca appoggiato sulla direttrice che ortogonalmente parte dal piede sinistro. Durante lo studio e l’esecuzione bisogna evitare di guardare la mano sinistra. Può essere un buon espediente per assumere una postura corretta fissare un punto davanti a sé che obblighi a mantenere dritta la testa.

Impugnatura dell’arco e mano destra

Appoggiare il polpastrello del dito medio sull’anello dell’arco e disporre indice, anulare e mignolo in posizione equidistante fra loro. Le dita devono aderire alla superficie del tallone e della bacchetta. Chiudere il pollice sul bordo dell’incavo interno del tallone, in modo che il dito sia flesso e l’articolazione della falange sia rivolta verso la punta dell’arco. Il braccio deve essere disteso e va evitata qualsiasi torsione del gomito. La sollecitazione della corda è la risultante di due componenti. La prima, verticale rispetto alla corda, è passiva dal punto di vista dell’impegno muscolare dell’esecutore ed è costituita dal peso del braccio. La seconda, orizzontale, implica un lavoro attivo da parte dell’esecutore ed è costituita dalla trazione e dalla spinta dell’arco. La leva data della mano destra – in cui indice e medio costituiscono la potenza, anulare e mignolo la resistenza e il pollice il fulcro – serve a compensare la debolezza fisiologica della cavata nella seconda metà dell’arco.

Mano sinistra

Schiacciare le corde avendo cura di mantenere ad ogni momento l’opposizione tra medio e pollice. Quest’ultimo deve appoggiarsi al manico un po’ “di taglio” senza retroflettersi. La mano, il polso e l’avambraccio devono essere mantenuti su un’ideale line retta. Le dita devono premere le corde quanto basta ad abbassarle, ma non di più. Qualsiasi pressione eccessiva compromette l’elasticità della mano. L’esecuzione degli spostamenti ed il vibrato.

II.Esercizi giornalieri per l’arco

a) appoggiare l’avambraccio e la mano su di un piano e muovere la mano tenendo fermo l’avambraccio. La mano deve essere aperta e distesa e nel movimento non si deve perdere l’adesione del polso e delle dita con il piano.
b) impugnare l’arco e appoggiarlo ad un piano. Muovere l’arco (tenendo fermo il braccio) con il solo movimento del polso. L’arco deve scorrere sul piano come se scorresse su una rotaia, avendo cura che tutti i crini sisano aderenti al piano.
c) in una postura retta simile a quella in cui si suona lo strumento, impugnare l’arco mantenendo il braccio destro disteso e chiudere la bacchetta tra indice e pollice della mano sinistra (di modo che tali dita si trovino fra bacchetta e crini). In tale posizione muovere l’arco con il polso senza muovere il braccio, ma senza irrigidirlo.

Esercizi:

Ex.1:15 minuti di note lunghe a metronomo θ = 60 (almeno 12 battiti di metronomo per nota) con il solo peso del braccio, mantenendo costante la velocità dell’arco in ogni sua porzione. Tanto più si riesce a scaricare il peso del braccio sulle corde, quanto più le note lunghe vanno eseguite al ponticello.

Ex.2:5 minuti di corde vuote tutto l’arco (alternando varie combinazioni di salti)
Ex.3:5 minuti di corde vuote legate
Ex.4:esercizio per il balzato. Da eseguire nella prima metà dell’arco, minimizzando i movimenti. In seguito compiere il medesimo movimento arrivando solo a sfiorare la III corda, ma senza suonarla.
 

Davide Botto

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