Emyoueseyesee.it - Lawrence "Butch" Morris

Di scena Butch Morris, cornettista, arrangiatore e compositore, protagonista della scena free jazz newyorkese e portavoce di una moderna concezione della forma musicale in cui conduzione orchestrale, improvvisazione, interpretazione e strumentazione si intrecciano e coadiuvano, conducendo l'ascoltatore in un universo di stilemi che attingono nella memoria e nella storia sia del conduttore-compositore, sia dell'esecutore-interprete.

Tre giorni di workshop bolognese con un ensemble rappresentativo: Gianni Gebbia (sax alto, sax sopranino), Edoardo Marraffa (sax tenore, sax alto, sax soprano), Stefano Zorzanello (sax soprano, flauto, ottavino), Patrick Novara (oboe), Ramon Moro (tromba), Erica Scherl (violino), Francesco Guerri (violoncello), Antonio Borghini (contrabbasso), Elio Martuscello (elettronica), Davide Tidoni (elettronica, live sampling), Alessandro Bocci (oggetti, microfoni a contatto, live sampling), Fabrizio 'Abi' Rota (sintetizzatore, live sampling), Paolo Sorge (chitarra eletrrica, elettronica), Manuele Giannini (chitarra elettrica, elettronica), Luigi 'Lullo' Mosso (basso elettrico),Pasquale Mirra (vibrafono, percussioni), Cristiano Calcagnile (batteria, percussioni), Fabrizio Spera (batteria, percussioni).

L'approccio iniziale è arduo e l'ascoltatore si sente evidentemente distante, se non addirittura scosso da un universo sonoro disgregato e decomposto; ma a mano a mano che il pensiero musicale si sviluppa e il principio formale sottostante si chiarisce, sollecitati da una serena e lirica vena melodica, nonché da una sensuale forma armonica di sostegno, l'iter comunicativo coinvolge il pubblico in un ascolto più attento e palesemente partecipe.
La prima composizione ripropone il classico gioco formale tutti Vs solo, in cui, attraverso richiami e rimandi linguistici, il materiale tematico proposto dagli strumenti solistici - a tal proposito ricordiamo in particolare la lirica parte del violino della brava Erica Scherl , eseguito prevalentemente facendo uso di armonici con il risultato di un suono flautante -, viene ripetuto, talvolta all’unisono, talvolta omofonicamente dall’ensemble.
Percussioni e batteria sono qui sollevate dalla funzione di sostegno ritmico, più demandato ai samplers dei Live Eletronics, che, con il continuo ripetersi, assumono preponderante funzione di demarcazione timbrica e cadenzale.
Morris in tutto questo si esibisce come un vero e proprio musicista aggiunto, partecipando all’esecuzione, chiamando gestualmente gli esecutori di volta in volta in causa, dettando i ritmi cadenzali, il tutto attraverso inconsueti movimenti della bacchetta e delle mani ed una particolareggiata mimica corporea. La performance prosegue con un'esecuzione dove l’elemento formale sembra più essere affidato alla gestione dinamica e timbrica, e l’insieme più volto ad un sostegno armonico del materiale tematico che si sussegue - a volte ricco di citazioni jazzistiche -, riproposto secondo una continua reiterazione. A fungere da coda una strana, ma affascinante, e destrutturata marcia in stile bandistico. Siamo al terzo pezzo e l’ascoltatore è ormai maggiormente orientato verso la comprensione dell’ascolto; l’aspetto formale si è reso palese e le soluzioni talvolta geniali che si susseguono più chiare. La composizione è una specie di commiato, dove il motivo, dai lineamenti melodici lirici ed armonici quasi tradizionali, continuamente riproposti, vengono interrotti da pause all’unisono che si sviluppano durante il “racconto”, come una vera e propria forma cadenzale che articola il discorso. Ma ecco che, infine, sullo sfondo, si insinua un loop elettronico ripreso, scomposto, destrutturato dagli strumenti musicali in successione.
Il finale: una breve composizione dai sapori urbani - ed in qualche modo molto vicina al “Rapsodhy in Blue” di Gerswhin -, costruita su un loop musicale continuo, di volta in volta frammentato, interrotto, forzato, dilatato dal nostro conductor/composer in scena, come in una sorta di magica lotta epocale tra civiltà industriale e ancestrale cultura musicale, che non snatura e pone in sordine le peculiarità timbrico ritmiche dell'ensemble.

Riccardo Valsecchi